Social Media

Facebook scopre la privacy

Ieri all’improvviso Facebook ha scoperto la privacy, dopo anni di discussioni a riguardo. Con il suo voluminoso post (3225 parole), Mark Zuckerberg ha informato i suoi 2.3 miliardi di utenti che Facebook ha incontrato un concetto chiamato privacy, non solo, sostiene Zuckerberg che adeguando il social network alle linee di rispetto della stessa, lui vede un’opportunità. Può Facebook riformare la sua eredità quindicennale di divoratore di dati personali e redimersi a baluardo della protezione dei dati personali?

Ovviamente la risposta è no.

Articolando la sua visione di come Facebook finalmente incontrerà la privacy, Zuckerberg ha dimenticato di dire che è la sua azienda ad aver creato il concetto moderno di social media come macchina stampa-denaro che scava nei nostri desideri e legami più intimi. Il suo post di ieri è simile ad una parodia, avrebbe avuto senso se esternato da qualsiasi altra entità che non  fosse Facebook.

Scrive Zuckerberg: “Penso ci sia l’opportunità di definire un nuovo standard per le piattaforme di comunicazione privata che  faccia si che un messaggio abbia una ‘data di scadenza’ e venga archiviato passato un determinato intervallo di tempo.” Scrive in tono generico, ma naturalmente si sta riferendo alla stessa Facebook :-).

Come si può facilmente immaginare, questo è il frutto dell’ondata post Cambridge Analytica e sono state le aspre vicende congressuali recenti a spingere Zuckerberg a rivelare che Facebook si occuperà della privacy dei suoi utenti, finalmente.

Anche Whatsapp (di proprietà di Facebook) rientra nella visione Zuckerbergheriana della nuova privacy. Whatsapp è la piattaforma di messagistica criptata più diffusa al mondo e questo ben si confà alla visione di Mark che sogna un social messaging con la privacy di una “sala da pranzo”, dove le persone possono essere se stesse senza paura di hackers, spie governative o entità che vogliono lucrare collezionando i loro dati più segreti.

Peccato che Zuckerberg non abbia capito che la gente non vuole più privacy all’interno di Facebook, ma vuole più privacy a causa di Facebook.

Approfondimenti sulla vicenda Cambridge Analytica possono essere trovati in questo articolo.

 

 

Articolo originale: techcrunch.com

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