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Cambridge Analytica chiude

Cambridge Analytica chiude. In seguito all’aspra controversia circa il loro ruolo nell’ottenere impropriamente dati di utenti Facebook, l’azienda chiuderà le sue attività in U.S. e U.K.

Il Governo U.S.A., che non è nuovo a preoccupazioni riguardo alla sicurezza digitale di recente, aveva spinto molto per un passo indietro dell’azienda negli ultimi giorni.

In un comunicato stampa che conferma la decisione, Cambridge Analytica dice che “un’ingiusta campagna mediatica” riguardo al “Facebook Incident” ha fatto scappare praticamente tutti i clienti e i fornitori dell’azienda, rendendo il loro business troppo sterile per continuare. Allo stesso modo viene chiusa anche SCL Elections, un’azienda a loro affiliata con base in California.

Mercoledì 2 Maggio, appena prima che l’azienda rilasciasse il comunicato ufficiale, Gizmodo aveva riportato che gli impiegati di Cambridge Analytica U.S. sapevano già che le loro posizioni stavano venendo terminate ed addirittura gli era stato chiesto di consegnare badge e chiavi varie.

Vista la materia “non limpida” del loro business, resta da vedere se si tratta della fine reale dell’azienda o di un rebrand strategico in attesa che l’assedio di media ed opinione pubblica si raffreddi.

Noi propendiamo per il secondo scenario, dal momento che SCL Group, “nave madre” di tutta la flotta di aziende affiliate, non sta chiudendo affatto, nè le sue innumerevoli propaggini, inclusa la nuova Emerdata, azienda verso la quale stanno già transitando diversi ex leaders di Cambridge Analytica.

Non serviva questa vicenda per capire che Facebook a volte ha un effetto sul panorama sociale e politico.

 

 

Articolo originale: techcrunch.com

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