Artificial Intelligence

Samsung chip IBM ispirati dal cervello umano per riconoscere i movimenti

Samsung usa i chip di IBM ispirati dal cervello umano. I cervelli umani e le macchine sono differenti. I cervelli umani sono molto buoni nelle analisi critiche. Le macchine sono ottime nel lavorare con quantità molto grandi di dati. I cervelli umani sono molto efficienti dal punto di vista energetico. Le macchine hanno bisogno di un quantitativo di energia 100 milioni di volte superiore per compiere lo stesso compito di tipo cognitivo.

Per questo i ricercatori e le compagnie sono interessate in chip che abbiano una struttura che possa imitare il cervello umano, anche conosciuta come “neuromorphic computing”. Il TrueNorth di IBM è uno di quei chip. Questo ha 4096 core di computer che supportano circa un milione di cellule cerebrali e 256 milioni di connessioni. Le informazioni viaggiano su queste connessioni nella stessa maniera di come lo fanno le informazioni attraverso le sinapsi umane.

Eric Ryu, il vicepresidente dell’istituto di ricerca avanzata di Samsung, ha mostrato come TrueNorth potrebbe aiutare un computer nel riconoscere i gesti delle mani usando un decimo dell’energia usata oggi da un comune cellulare.

Samsung non è il primo a utilizzare questo chip, sebbene è questa la compagnia che lo produce. Il Lawerence Livermore National Lab lo ha utilizzato per ricerche di cyber sicurezza. La Air Force degli Stati Uniti lo ha utilizzato al fine di rilevare eventi insoliti all’interno di video e per costruire droni autonomi ancora più intelligenti.

Samsung ha inserito il TrueNorth all’interno del suo sensore di visione dinamica, che utilizza il chip per riconoscere immagini a una velocità di 2000 frame al secondo. Questo tipo di velocità è ottima nella generazione di mappe 3d, guida automatica, e nel controllo dei computer con gesti della mani.

C’è un video di Ryu sul palco del laboratorio di ricerca IBM in Almaden (California) nel quale dimostra come questi gesti delle mani possano controllare una TV.

“Riconosce onde delle mani, onde delle dita, pugni chiusi e pizzichi di dita da circa tre metri”  (CNET).

Sembra che l’hardware basato su apprendimento ottimizzato sia destinato a durare. C’è solo da sperare che le industrie la smettano di pensare che lo si voglia utilizzare solamente con ridicoli movimenti della mani.

Scopri le nanotecnologie in grado di riconoscere espressioni facciali.

 

Articolo originale: www.theverge.com

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